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Vini Valle d'Aosta
Tempo di vendemmia

Gli Infernali vini valdostani

Siamo in periodo di vendemmia, che per ogni vigneron rappresenta sempre un piccolo inferno da un punto di vista organizzativo e non solo. Rudy Sandi, nel suo sesto appuntamento, ci propone due brevi racconti da leggere tra un filare e l'altro.

Cari amici, siamo oramai giunti in periodo di vendemmia in cui il pesante lavoro non permette certo di aver tempo per leggere lunghi ed astrusi racconti come quello sul Cornalin. Ed allora cari vignerons, vendemmiatori ed appassionati assaggiatori di vino, vi presento due racconti brevi che potrete, se siete di fretta, leggere in tempi diversi. Considerato che la vendemmia per ogni vigneron rappresenta sempre un piccolo inferno da un punto di vista organizzativo e non solo, i racconti brevi riguarderanno proprio il contorto rapporto che ha legato i nostri vini, udite udite, all’inferno! Non vi tengo troppo caldo, visto l’argomento, e vi auguro buona lettura.

 

Ad Arvier i vignerons soffrono all’Inferno!

Don Joseph Fosson, stimato religioso classe 1903, resse la parrocchia di Arvier per ben 48 anni. Don Joseph fu anche un appassionato vignaiolo nonché, nell’immediato dopoguerra, il celebrato pioniere della rinascita della coltura abbandonata della vigna nel famoso cru dell’Enfer. La passionaccia per la viticoltura crebbe in lui da ragazzo nella zona viticola di Saint Vincent, sua terra natia, e fu condivisa da suo fratello Don Robert Fosson, curato, e custode, dei crus vitati di Saint Pierre. Assieme a Barbiani e Roullet, due altri benemeriti vignerons di Arvier, Don Joseph, supportato dal fido aiutante Plat di Valgrisenche, estirpò per anni rovi e ciliegi che avevano invaso i vigneti incolti e rimise a posto i muretti a secco. Ripristinò i rus che captavano le acque dal torrente di Saint Nicolas per arrivare, infine, a ripiantare le vigne che avevano anticamente reso famoso il cru dell’Enfer d’Arvier.
Narra la leggenda che due viandanti, passando per Arvier, chiesero di incontrare Don Joseph. La domestica francofona del prelato, poco avvezza all’italiano, rispose in francese ai viandanti: “Don Joseph soufre à l’enfer”. I viandanti, mal interpretando il suo francese, subito diffusero sgomenti e turbati la notizia del decesso del curato il quale, nell’inaspettato giudizio della sua perpetua, “soffriva all’inferno” per colpe sconosciute ma, evidentemente, gravissime. L’anziana domestica intendeva invece dire che Don Fosson era nelle sue beneamate vigne dell’Enfer a dare lo zolfo (“soufre” in francese). La “scandalosa” notizia si diffuse rapidamente e molto tempo ci volle per chiarire un equivoco di cui, in zona, si parla ancora oggi. Questa morte annunciata dovette contribuire ad allungargli la vita visto che Don Joseph passò a miglior vita ultracentenario.

 

A Verres Napoleone merita l’inferno!

La prossima storia, decisamente meno nota ma non meno interessante della precedente, mi fu raccontata da uno degli ultimi Canonici della stupenda collegiata di Verres e riguarda un oscuro pretino ottocentesco della campagna verreziese.
Don Jean Pantaleon Marquet, appassionato vigneron, curava con religiosa devozione i vigneti di quella che era, ad inizio ottocento, una delle più belle zone della collina di Verres: l’Enfer di Verres ora purtroppo incolto. Marquet lavorava quotidianamente nel suo grand cru che ” lui tenait beaucoup pour sa proximité et la qualité de son vin”.
Nel 1805, in pieno periodo napoleonico, arrivò a Verres uno zelante ed arrogante funzionario imperiale e ne pretese la requisizione per conto dello “Empereur”. Bisognava produrre vino in quantità per le truppe imperiali napoleoniche e si requisivano le vigne migliori.  Don Marquet supplicò in tutte le maniere ed in più occasioni lo zelante funzionario di risparmiare il suo adoratissimo gran cru sostituendolo con pari quantità di altre vigne che il prete curava. Il milite, abulicamente e costantemente, ripeteva in tono monocorde che la vigna andava requisita poiché era diventata proprietà dell’Empereur e nessuno poteva discutere le indicazioni di Napoleone.  Il funzionario stava oramai per partire da Verres ma il pretino non si arrese. Mi immagino il Marquet passare la notte insonne immaginandosi una strategia e poi… l’illuminazione!

Marquet di buon mattino si preparò per la sua sfida. Il confronto non poteva presentarsi più impari: da una parte l’arrogante tracotanza del potere centrale sotto forma del più ottuso funzionario del più potente impero dell’epoca, dall’altra un piccolo, insignificante prete campagnard valdostano armato solo di una folle passione per il suo grand cru.  Il Pretino, astutamente, fece la prima mossa: attirare l’avversario nella sua trappola. Invocò, per l’ennesima volta, di risparmiare il grand cru dell’Enfer di Verres sostituendolo con una pari quantità di vigne.
L’ottuso e rigido funzionario, come prevedibile contromossa, rimbalzò le suppliche del prelato salmodiando l’ottusa cantilena che vedeva sempre il suo imperatore quale autorità indiscutibile in terra e, quindi, nuovo e legittimo signore delle vigne dell’Enfer.

Il prete vigneron parò il colpo e, incurante delle conseguenze, si preparò ad affondare la sua ultima risoluta stoccata finale. Il testo del suo intervento nella sostanza suonava più o meno così: “Ricordati bene di quanto ti dirò funzionario imperiale… esattamente come tu ti occupi di chiedere le mie terre dell’inferno per il tuo Imperatore che sta sul suo trono in terra così io mi occupo, per il mio Imperatore che sta sul suo trono in cielo, di indicargli chiunque si comporti male con i suoi servitori affinché questo peccatore soffra in eterno nelle maledette terre infuocate dell’inferno di Satana. Sappi che anch’io, con il tuo medesimo puntiglio, mi ricorderò bene di te quando dovrò fare questo lavoro”. Il solerte funzionario, in un periodo storico in cui la paura di finire all’inferno era, come dicono i francesi, “une sacrée terreur”, divenne improvvisamente inquieto e si ritirò piuttosto disorientato senza proferir parola.  Il giorno dopo partì da Verres. Cosa ne fu del funzionario imperiale non ci è dato sapere ma è, invece, riportato nei testi antichi che “L’enfer fut rendu et maintenant encore il est un des plus beaux domaines de la Cure de Verres”.  Al coraggioso prete vigneron, capace di sfidare il volere di Napoleone, il gusto del suo adorato vino dell’Enfer dopo questo confronto dovette sembrare ancora più buono.

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Aosta 13 ottobre 2023
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