Momenti devozionali: processioni, pellegrinaggi, messe e culti dei vignerons valdostani.
Esplorando il mondo enoico-religioso valdostano: un viaggio tra tradizioni e celebrazioni natalizie dimenticate
Premessa
Carissimi amici eccoci di nuovo insieme a celebrare l’antico mondo del vino valdostano. In questo periodo prenatalizio, se si parla di celebrazioni, è immediato pensare alle pratiche devozionali di celebrazione del santo Natale ma dovete sapere che, in Vallée, gli antichi momenti devozionali non iniziavano e finivano con il Natale ma comprendevano anche, pensate, un ricchissimo calendario liturgico rivolto in maniera esclusiva alla viticoltura ad evidenza dell’importante ruolo che il mondo del vino valdostano ha rivestito in seno alla comunità locale. Andiamo quindi a scoprire assieme questo purtroppo oramai quasi dimenticato patrimonio di pratiche enoico-religiose. Scoprirete che la lista è decisamente lunga ma vi sollecito a leggerla tutta come vostro personale percorso enoico-penitenziale.
Processioni
Nella liturgia cristiana la processione è un corteo composto da ecclesiastici e fedeli solitamente accompagnato da inni, salmodie, litanie o dal suono di strumenti. Le processioni costituivano un tratto peculiare dei culti devozionali valdostani. Riporta Lin Colliard: un journaliste valdotain du XIX siècle a écrit que la ville d’Aoste possédait le plus haut pourcentage de l’Europe entière en fait de processions, plus mémé que celui de Rome papale…on a compté jusqu’à sept processions qui se déroulaient dans la ville par un dimanche très ordinaire de l’an de grâce 1791. La descrizione di un antica processione ad Aosta nel lontano 1782 è sapientemente descritta in un récit di Charles Frédéric Zumstein: une longue file de blancs pénitents …venaient de pénétrer dans la ville…la pieuse colonne ne s’avançait qu’avec une lenteur désespérante. En tête on entendait le tintement lointain d’une clochette fatiguée, et dans les rangs un psalmodiement expirant. Tous les visages ruisselaient de sueur ; les souliers et les sacs étaient couverts de poussière. …une sécheresse prolongée désolait leurs champs et leurs vignobles, et ils étaient venus à la cité implorer une pluie bienfaisante. Al buon andamento della stagione viticola ed alla protezione dai tanti parassiti della vite, era dedicato un numero impressionante di processioni.
Alcune riguardavano l’esclusiva protezione dei vigneti (le cosiddette processions des vignes) mentre altre celebravano grandi Santi taumaturghi che si riteneva influenzassero il buon andamento della stagione viticola come nel caso di San Grato, le patron officiel des campagnes de la Vallée d’Aoste. Le processioni per i nostri viticoltori erano considerate fondamentali. Le ragioni di questa particolare attenzione agli aspetti devozionali risultano assai complesse. Con le processioni si invocava innanzitutto la protezione divina dalle calamità. Racconta Pier Giorgio Crétier a tal proposito: la profonda fede di questa popolazione, che era fermamente convinta dell’aiuto divino, faceva si che partecipando in gran numero a questa importante manifestazione religiosa si sarebbero evitate tutte quelle gravissime malattie che periodicamente colpivano gli impianti viticoli del paese.
Accanto alla richiesta di protezione, la processione assumeva, per i vignerons, anche un importante valore penitenziale volto a farsi perdonare eventuali peccati ed i vignerons, in quanto tali, come minimo soffrivano cronicamente di peccati di gola... Questa tendenza dei vignerons ad indulgere in eccessi di degustazione enoica doveva essere decisamente fin troppo nota se pensiamo che il Deuteronomio, insieme di precetti orientati a regolare la vita pratica dei credenti, dedicava addirittura uno spazio tutto per loro: al Capitolo 28 i vignerons, erano avvertiti di cosa gli sarebbe successo disobbedendo alle regole di Dio: “[15) se non obbedirai alla voce del Signore tuo Dio, se non cercherai di eseguire tutti i suoi comandi e tutte le sue leggi che oggi io ti prescrivo, verranno su di te e ti raggiungeranno tutte queste maledizioni: …[18]Maledetto sarà il frutto del tuo seno e il frutto del tuo suolo. …[30] pianterai una vigna e non ne potrai cogliere i primi frutti. …[39]Pianterai vigne e le coltiverai, ma non berrai vino né coglierai uva, perché il verme le roderà…”.
La presenza di parassiti o di annate poco produttive veniva pertanto percepito anche come il possibile segno di una punizione divina per i propri peccati che bisognava prevenire con processioni penitenziali. Le processioni erano, come già detto, numerose ad evidenza della rilevante importanza della viticoltura in Valle d’Aosta. Andiamole a conoscere.
Le Rogazioni
In Vallée le più importanti processioni penitenziali per vignerons e campagnards erano le processioni delle vigne denominate “rogations”. Erano processioni funzionali a propiziarsi il buon esito delle semine e dei raccolti. Venivano celebrate con una specifica liturgia e con il canto delle litanie, il 25 aprile e nei tre giorni precedenti la festa dell’Ascensione. La tradizione popolare cercava di leggere l’esito, positivo o negativo, dell’intervento divino sui futuri raccolti nel tempo che faceva durante le rogazioni.
Le preghiere che si accompagnavano alle benedizioni delle viti e delle uve erano intrise di sana pragmatica contadina suonando a metà tra una supplica ed un bolletino meteorologico: daignez bénir, Seigneur, ces nouveaux fruits de la vigne; pour la rosée de votre ciel, les pluies généreuses et un temps clair et régulier, vous les avez conduits à la maturité et vous nous les avez donné; faites que nous les recevions de vous avec reconnaissance, au nom de notre seigneur Jésus Christ-Amen!. Le processioni, ricorda Ferré, si svolgevano da «temps immémorables» e forse proprio a periodi arcaici, precristiani, era imputabile l’abitudine, a processione finita, di festeggiare portando plusieures barriques de vins pour réconforter ceux qu’avec tant de ferveur et de dévouement participaient à la procession…en une joyeuse agape fraternelle selon la bonne coutume.
Tutto il rito procedeva secondo consuetudini codificate: alla testa della processione un enfant du chœur, comme clocheteur agitant la campane, seguiva poi un fedele en habit de confrère du St Sacrement, portant la grande croix, puis les prêtres en habits de cérémonie ou en surplus accompagnés des enfants de chœurs et de chantres, le long cortège des fidèles psalmodiants et , à la queue, les sœurs de St Joseph et les chanteuses faisant retentir par intervalles le magnificat ou des cantiques, celui-là surtout qui dit : bénissez Seigneur,, le fruit de nos vignobles. La processione delle vigne durava tre giorni : partiva sotto l’ordine di un fedele dotato di un lungo bastone, il batounì, che separava in chiesa uomini da donne e bambini e poi dirigeva la processione con il bastone che colpiva il suolo a momenti stabiliti.
Processioni a San Grato
Le processioni in onore del santo taumaturgo erano numerose ed assai sentite dai campagnards. San Grato apaisait les tempêtes, expulsait les insectes qui ravageaient les vignes. Ad Aosta i momenti centrali per i vignerons erano essenzialmente due: si celebravano (e ancora si celebrano) le processions générales, il giorno della translation de Saint Grat festeggiata il 27 marzo e le fêtes de Saint Grat che partivano il sei settembre per durare almeno tre giorni.
Accanto a questi due momenti principali alla figura di san Grato erano dedicate ancora la processione da Donnas, quella all’ermitage de Saint Grat oltre che una serie numerosa di processioni a carattere straordinario.
Processione en l’honneur de Saint Grat di Donnas.
Una processione en l’honneur de Saint Grat con ricorrenza annuale era quella dei penitenti di Donnas. Si trattava di una marcia degna di una maratona poiché copriva, in tre giorni, i 49 chilometri del percorso Donnas-cattedrale di Sant’Orso-Donnas. La processione, frequentata da tanti vignerons della bassa valle, iniziava il primo maggio e continuò per secoli fino alla prima guerra mondiale. L’estenuante marcia era affrontata in tre giorni coprendo le tre tappe: Donnas-Nus il primo giorno, Nus-Aosta - Nus in giornata dopo la messa in Cattedrale, Nus-Donnas il terzo giorno.
Ricorda Lin Colliard che quelque personne âgée se souvient encore du long défilé de pénitents blancs, arborant leurs étendards et leurs insignes et suivis de chariots où trouvaient leur place, a côté des bagages des participants….quelques barils d’un excellent Donnas, car le trajet était long (49 Km.) et les poitrines desséchées par des chants continus, réclamaient du confort.
Processioni all’Ermitage de Saint Grat sur Peroulaz
Le processioni all’Ermitage al fine di proteggere i vigneti dalle avversità erano ricorrenti e danno una chiara idea dell’incredibile importanza della vitivinicoltura per la comunità valdostana tutta chiamata, dal semplice campagnard, al clero fino ai potenti notabili come il Sindaco di Aosta a sostenere il mondo del vino:
En 1740, l'Ermitage de Saint-Grat vit accourir à son sanctuaire vingt paroisses circonvoisines de la ville. Les vignes avaient beaucoup souffert du froid, des insectes, de la sécheresse. La récolte du vin était en grand danger. Dans cette situation critique, on résolut de recourir au patron tutélaire de la campagne. Les paroisses menacées firent vœu de se rendre en pèlerinage à Saint-Grat régulièrement, pendant neuf ans, afin d'obtenir un temps favorable aux productions de la terre. Ce fut le syndic de la ville Jean Pierre Favre qui pria le chapitre de la Cathédrale d'accorder cette procession, avec le chef de Saint-Grat. Le chapitre, dans la séance du 28 mai, accéda à la pieuse demande.
Processions générales de Saint Grat
Alle processions générales in occasione della traslazione di Saint Grat, ricorda Lin Colliard, partecipava une masse calculée parfois a des milliers de personnes…de tous les coins du Val d’Aoste con l’obiettivo di invocare l’intercessione del santo taumaturgo e dei suoi “auxiliaires” San Giocondo e Sant’Orso. La possibilità di ottenere l’intercessione da tre diversi santi protettori doveva essere considerata dai nostri beneamati vignerons una manna considerata la massiccia e sentita partecipazione alle processions générales attraverso i secoli.
Nel lontano 1699, i vignerons di Cly, per proteggere il loro buon muscat dai continui attacchi di parassiti, si impegnarono a spostarsi per ben nove anni consecutivi fino ad Aosta: Le 28 mars 1699, les communes du mandement de Cly, se trouvant affligées de certaine vermine et petits animaux qui gâtent et mangent les jetons des vignes, demandèrent la permission de solenniser la fête de la Translation de Saint Grat, 27 mars, et de se rendre à la Cathédrale, pendant neuf ans consécutifs, afin d'y assister aux saints offices. In occasione della translation de Saint Grat era, inoltre, abitudine benedire la terra, l’acqua e delle candele che, acquistate dai fedeli, si narrava proteggessero le colture, vigne e frutteti in primis, e venissero accese in vigna quando si temeva la grandine.
Processions pour les fetes de Saint Grat
A San Grato erano dedicate anche le fêtes de Saint Grat che duravano alcuni giorni e culminavano il sette settembre, giorno in cui Grato era festeggiato come patrono della città e della diocesi di Aosta. Si trattava della festività forse più importante di tutta la Valle d’Aosta. Le reliquie del Santo erano oggetto di una prima, singolare e raccolta processione “enoica” dei soli sacerdoti del capitolo della Cattedrale. Nei pressi dell’edificio sacro, sin dai tempi medioevali, esisteva un piccolo pergolato di uva bianca chiamato “la treille”.
Qui il capitolo, per permettere alle spoglie del grande taumaturgo delle campagne un breve riposo ristoratore sotto l’arbre de Noé, faisait une procession à la treille…prélude à la grande procession à travers les roues de la ville e sempre lo stesso giorno, vicino alla treille, on faisait des abondantes distributions de vin aux pauvres.
Processioni a san Grato a carattere straordinario
Il codice liturgico locale prevedeva altre processioni dedicate al santo (ed ai vignerons) che avevano carattere del tutto straordinario e seguivano a eventi naturali come grandi calamità quali massicce invasioni parassitarie, siccità o piogge eccessive. In casi di parassitosi , su specifica richiesta dei maggiorenti dei comuni valdostani, si procedeva a processioni con le reliquie del Santo come quella ricordata da Monseigneur Duc in un lontano maggio del 1644 infestato da sciami di maggiolini:
Cette année, saint Grat manifesta son pouvoir surnaturel par un prodige frappant. Les campagnes étaient dévastées par les hannetons et autres animalcules; ils s'attachaient surtout aux vignes, dont ils rongeaient les bourgeons et les feuilles. Les habitants de la Haute Vallée, de puis la Cité jusqu'à Pré-Saint-Didier, implorèrent la protection de notre saint patron pour conjurer le fléau. Le buste de saint Grat fut porté en procession jusqu'en Valdigne par six chanoines et autres prêtres. On faisait une station dans chaque paroisse, et l'on exposait la sainte relique à la vénération publique. Chose admirable ! Dit le chroniqueur, par toutes les paroisses où l'on porta le saint, tous ces animaux tombaient morts en terre véritablement avec grande admiration de tous ceux qui l'accompagnaient, et le peuple fut délivré de ce fléau, et nonobstant le dégât déjà fait, on eut cette année une bonne récolte.
Processioni a Notre Dame de la Pitié au Pont Suaz
Ulteriori processioni, promosse dal “consilium civitatis” di Aosta, nato su indicazione del Duca Filiberto di Savoia nel 1481, convergevano al santuario mariano di Notre Dame de la Pitié , sito in località Pont Suaz a Charvensod, al fine di proteggere le vigne dei terroir del centro valle dai parassiti: a cet effet les processions dites “des gattes” des vignes, au sanctuaire de Pont Suaz se font de plus en plus fréquentes à partir du XVIII siècle, date de l’apparition en Vallée d’Aoste de ce terribile parassite.
Sempre al santuario di Notre Dame de la pitié arrivava infine, fino all’immediato dopoguerra, un’importante processione penitenziale che, ricorda il Colliard, s’effectuait l’après-midi du dimanche des rameaux per invocare la vergine Maria al fine di ricevere pioggia o bel tempo per le vigne.
Altre processioni
A volte i poveri vignerons valdostani, al colmo della disperazione, pensavano bene di chiedere l’aiuto congiunto di tutto il corpus di santi valdostani organizzando processioni, come quella avvenuta nel 1740 all’Ermitage de Saint Grat e dedicata a San Grato con l’intercessione di Notre Dame de la Pitié au Pont Suaz e l’aiuto di tutti i santi tutelari del paese:
en 1740 vingt paroisses circonvoisines firent vœu de se rendre neuf ans de suite a l’ermitage de St Grat et ce fut dans le but d’obtenir la miséricorde divine par l’intercession de Notre Dame de pitié et des saints tutélaires du pays…la raison de ce vœux était qu’un long et rude hiver avait détruit une partie des vignes et que la partie saine dépérissait a vue d’œil rongée par les gattes et consumée par la sècheresse.
Alla fine di questa sezione sulle processioni vi vorrei sommessamente fare rilevare che la pressoché totalità delle vigne valdostane di crus storici è stata benedetta da alti prelati e Santi innumerevoli volte attraverso altrettanti innumerevoli anni e secoli.
Per chi è credente, e senza voler suonare profano, sottolineo come vigne e vini valdostani siano stati potentemente infusi, oltre che di buoni antiossidanti utili a curare il vostro corpo, anche di una profonda forza spirituale magari utile a curare le vostre anime. Finisco il mio illegittimo sermone per introdurvi ad ulteriori interessanti aspetti devozionali.
Messe
Accanto a processioni e pellegrinaggi, i vignerons valdostani potevano beneficiare di momenti devozionali decisamente meno onerosi: esisteva infatti un ricco armamentario di messe dedicate ai problemi dei campagnards: tra questi ad esempio i saint offices consistenti in messe cantate al fine di proteggere le campagne.
La messa “de Sanctis Grato et Jocundo”, a seconda della bisogna, poteva invece consistere, se pioveva troppo, in una messa pro serenitate temporis, se pioveva troppo poco in una messa pro pluvia habenda, se l'uva si ammalava in una messa pro conservandis fructibus terrae. Marc Théodore Bourrit, nel 1776, descrive con precisione lo svolgersi di una messa valdostana pro pluvia habenda per proteggere le vigne dalla siccità: Je fus conduit encore dans une autre Eglise où j'ai entendu un sermon plein de gens. La grande sécheresse, et les souhaits pour la pluie, dont on a tant de besoin, dispose fortement les esprits aux actes de dévotion.
Chiesette votive
Tra i sommi momenti devozionali dei nostri vignerons rientrava anche l’edificazione, sovente espiatoria, di umili cappellette votive a protezione delle vigne, i cosiddetti "atoueyo", una volta tanto diffusi nei coteaux valdostani. Monsignor Duc ne ricorda una eretta a protezione delle vigne di Saint Nicolas:
la chapelle de Sainte-Croix, au village de Porchère, à Arvier, ne date que de l'an 1830. Cet édifice religieux couvre de sa protection les vignes plantureuses, qui tapissent la colline de Saint-Nicolas. Charles Fréderic Zumstein, nel 1841, così descrive finemente un piccolo atoueyo: sur un de ces riants coteaux qui longent la Vallée d’Aoste, au milieu de vignobles couronnés de sombres forets qui dominent des glaces éternelles, s’élevait naguère une église de modeste apparence.
Dalla vigna al paradiso
Arrivava però, malgrado tutte le processioni di questo mondo, il momento in cui anche i vignerons valdostani dovevano rendere l’anima a Dio e l’organizzatissimo sistema vitivinicolo non si dimenticava dei suoi associati neppure in questo momento. Diffusa era la pratica dei “presbyteriales” che ricomprendevano lasciti ai poveri consistenti in vino. Il vino, negli intendimenti religiosi dei vignerons, serviva infatti a garantirsi un posto in paradiso ed era considerato così potente da estinguere i peccati non del solo vignerons ma della sua intera famiglia, amici e conoscenti riuniti.
A Gressan, nel 1574, il vigneron Pierre Duvazier lascia in testamento, oltre a del pane, une emine de bon vin rouge da distribuirsi ai poveri a natale le tout pour le salut et le remède de l'âme du dit testateur et de ses parents et amis et prédécesseurs trépassés.
Conclusioni
Cari amici siamo arrivati in fondo al nostro ultimo articolo dell’anno. Spero che la lettura di quanto sopra non vi sia parsa troppo penitenziale e colgo l’occasione per augurarvi felici feste e un buon Santo Natale considerando come scontato il fatto che regalerete a parenti ed amici tutti delle bottiglie di buon (e, come abbiamo intuito, “benedetto”) vino valdostano!
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