Pinot noir
Un grande vitigno francese impiantato in Valle d’Aosta
Eleganza, tipicità e struttura
Le uve a bacca rossa di origine francese sono state introdotte in Valle d’Aosta a scopo sperimentale dalla Scuola di Agricoltura, oggi Institut Agricole Régional, tra gli anni 60 e 70 del XX secolo.
I canonici del Gran San Bernardo intuirono che l’esperienza positiva avuta nella ristrutturazione del vigneto vallesano potesse essere trasferita in Valle. Essa ebbe poi conferma con l’ampia diffusione dei vitigni, grazie alle caratteristiche similari delle due valli transfrontaliere.
Descrizione
Non si conoscono le origini precise del pinot nero. Certamente da secoli è coltivato in Borgogna e dalla Francia si è poi diffuso in tutto il mondo. Da sue naturali mutazioni genetiche discendono le altre varietà di pinot: meunier, grigio e bianco. E’ un vitigno molto delicato, germoglia e matura precocemente, soffre l’umidità e i climi troppo caldi. Per questi motivi si trova solo ad alcune latitudini, come in Valle d’Aosta, dove può esprimere a pieno il suo potenziale. I grappoli sono serrati, con acini dalla buccia sottile e povera di sostanze coloranti.
Degustazione
Sentori
Il vino ha un colore rubino brillante quasi trasparente. Il profilo olfattivo è di grande finezza ed eleganza, con aromi delicati di ribes, lampone, fragoline, piccoli frutti di bosco e note leggermente speziate. Al palato ha un corpo medio, con tannini molto fini e buona acidità. Da giovane è un vino affascinante per la fragranza e la freschezza degli aromi. Con il passare del tempo, sviluppa un bouquet di grande complessità aromatica che va ad impreziosire le note fruttate con sentori più evoluti.
Produzione
- 151.000 bottiglie l’anno
Conservazione
- Temperatura servizio 16/18° C
- Anni di conservazione 2-8
- Affinamento in barrique